Quaranta partecipanti alla gita Tam: traversata Moneglia – Riva Trigoso (GE)

Domenica 9 giugno 2024

Gruppo Tam del 9 giugno 2024

Partenza: Moneglia (GE), 16 m – Arrivo: Riva Trigoso (GE), 10 m – Quota massima: 350 m – dislivello 480 m compresi i saliscendi – Tempo totale: 5,00 h (soste escluse) – sviluppo circa 11 km – Difficoltà: E.

Direttori di Gita: Beppe Borione (ASE-ORTAM) – Daria Fava (ASE-ORTAM)

Si recupera la “Traversata da Moneglia a Riva Trigoso” prevista per il 3 marzo e annullata per maltempo a iscrizioni completate. Il dubbio è: farà troppo caldo al mare a giugno? Ma non vogliamo perdere le speranze. Il risultato è positivo, una quarantina di amiche/i ci ha creduto. Previsioni non ottimali, qualche episodio di leggera pioggia che non ha disturbato più che tanto. Previsioni migliori di quelle in montagna, comunque. Una giornata trascorsa tra cielo coperto, con qualche sprazzo di azzurro, e mare, quasi a ringraziare che il sole non ci arrostisca troppo. Il tutto condividendo serenamente le ore trascorse in compagnia, senza particolare fretta, in questa tarda primavera che per chi ama andare per le montagne è stata ed è un supplizio. Un solo rimpianto, le fotografie non sono così belle, ma la ricchezza delle varietà dei fiori e l’esuberanza della macchia mediterranea compensano abbondantemente.

Panorama di Moneglia

Descrizione itinerario: dai pressi della stazione di Moneglia si percorre il sentiero balcone (Sentiero Liguria, Sentiero Verde Azzurro) che ci porta attraverso il lecceto e la macchia mediterranea al bel panorama con vista sempre più ampia sul mare. Percorriamo il versante sud del Monte Comunaglia, immersi tra corbezzoli, lecci, erica arborea, ginestre, cespugli di salsapariglia, pini marittimi. Dopo gli incendi di circa 10 anni fa, il Consorzio Forestale ha attuato un progetto di ripristino delle foreste danneggiate, diradando le essenze più invasive e inserendo lecci, roverelle e pino d’Aleppo, più resistente del pino marittimo agli attacchi degli xilofagi.  Con modesti saliscendi raggiungiamo il Colle del Lago, 310 m. Di qui Punta Baffe con la caratteristica torre cilindrica, una delle tante torri di guardia della Repubblica di Genova per la difesa dai pirati. Belle vedute sul mare da Punta Moneglia a Punta Manara. Per sentiero e poi per sterrata raggiungiamo Riva Trigoso, dove ci attende l’autobus per il rientro.(Testo e foto a cura di Daria & Beppe)

Panorama di Riva Trigoso

Caratteristiche ambientali del percorso: La vegetazione tra l’abitato di Moneglia e Riva è caratterizzato dalla macchia mediterranea, al momento profumata di elicrisio (odore del curry). Lungo tutto il tragitto si incontrano pini marittimi in evidente difficoltà: là dove non sono schiantati al suolo, sono scarni, con colature di resina lungo la corteccia, rami con poche foglie scolorite. Da decenni, lungo i litorali liguri e toscani è in espansione la cocciniglia del pino (matsucoccus feytandi) proveniente dal Giappone, trasportata con gli imballaggi in legno delle merci provenienti da lì. Si tratta di una farfalla con ciclo di vita annuale: le larve, dopo la schiusa delle uova deposte nelle pieghe della corteccia, la bucano per dirigersi al tronco e nutrirsi della linfa. La pianta reagisce emettendo resina per turare i fori, senza efficacia. Il risultato finale è la corteccia ricoperta di resina indurito e canali linfatici turati o disseccati. Ciò che permette la sopravvivenza della specie è l’abbondanza di semi prodotti e le piantine in crescita: per ora, ancora si spera. Le piante più vecchie, con maggior produzione di semi, sono ormai schiantate. La lotta contro la cocciniglia sembra persa, anche grazie all’indebolimento indotto dalla siccità degli ultimi anni.

Per una pianta che è in sofferenza per la presenza di un estraneo alla propria esperienza, c’è anche una pianta estranea alla macchia che in essa vi ha trovato buone condizioni: l’acacia nera. Dopo una mezz’ora di cammino, lasciate le ultime case di Moneglia, la si incontra per una estensione di cinquanta metri di sentiero. Acacia melanoxylon (Acacia legnoscuro) vive in Australia e non sappiamo come sia giunta in questo luogo della Liguria. A prima vista ha le foglie simili all’acacia saligna e, inframmezzate, altre come la mimosa. L’aspetto complessivo è quello di una pianta a proprio agio, in espansione incontrastata. Sarà questa una delle piante vincenti, protagonista nel nuovo clima? (Testo e foto a cura di Beppe Gavazza).