sabato 14 e domenica 15 settembre 2019 – Escursione al Grande Anello dei laghi del Mont Avic (Valle d’Aosta)

Il Gruppo Escursionismo TAM (CAI UGET e CAI SEZ. TORINO) organizza per:

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Escursione al Grande Anello dei laghi del Mont Avic (Valle d’Aosta)

Una delle gite più belle all’interno del Parco naturale del Mont Avic, che dà la possibilità di attraversare la foresta di pino uncinato di Servaz, venendo a contatto con la morfologia d’erosione pleistocenica e soprattutto con le rocce montonate che caratterizza la dorsale spartiacque Chalamy- Ayasse. L’itinerario proposto raggiunge inoltre diversi laghi, torbiere e infine, il rifugio Barbustel.

Con la 2° tappa attraversiamo il versante più suggestivo del Parco naturale del Mont Avic, tra numerosi laghi di origine glaciale e spettacolari panorami. Il percorso tocca le antiche miniere di magnetite del Lago Gelee rientrando poi a Veulla lungo l’antica “pista delle slitte” un tempo utilizzata per il trasporto a valle del materiale minerario.

Ritrovo: presso la sede CAI UGET – Parco della Tesoriera – corso Francia 192 Torino, ore 8 Partenza: ore 8,15. Arrivo: Veulla (Champdepraz) Valle d’Aosta.

1° giorno: partenza da Veulla 1298 m, frazione di Covarey (Champdepraz) per il sentiero n° 5C, arrivo al rifugio Barbustel 2200 m. ore 4, dislivello 902 m.
2° giorno: Partenza dal rifugio Barbustel 2200 m., sentiero n° 102 + 5C + 6, colle Mezove 2845 m., arrivo a Veulla 1298 m., ore 7 circa, dislivello in salita 645 m., in discesa 1547 m Difficoltà: E; Tempo complessivo ore: 4+7 = 11 escluse le soste, Dislivello totale in salita: m. 1547; idem in discesa. Cartografia: Carta dei sentieri n° 11- 1:25000 Valle di Champorcher Parco del Mont Avic, L’escursionista editore.
Attrezzatura: completa da escursionismo, molto utili i bastoncini, pila frontale, sacco lenzuolo, minimo 1,5 litri di acqua, tessera CAI,

Trasferimento: in autobus al raggiungimento di 30 persone, altrimenti con auto proprie. Minimo 15 persone, massimo 30

Costo in autobus: comprensivo di pernottamento e mezza pensione al rifugio Barbustel euro 80;Con auto proprie euro 60 . Solo soci in regola con iscrizione al CAI

Pagamento: tamite versamento con bonifico bancario sul conto corrente del CAI UGET IBAN IT69X0326801199052858480958 Causale: Gita Mont Avic comunicandone l’avvenuta effettuazione a : mario.placenza@gmail.com

Direttori di gita:
Mario Placenza (ASE) mario.placenza@gmail.com cell.3462229801
Vittorio Zeppa (ASE) vitt.zeppa49@gmail.com cell.3493595103

Iscrizione: verificare con i direttori di gita per telefono i posti ancora disponibili. Non lasciare denaro in segreteria.

Domenica 8 settembre 2019 – Bivacco Soardi-Fassero nel vallone di Sea 2287 m – Val Grande di Lanzo

Domenica 8 settembre 2019

 VAL GRANDE VERTICALE … ma anche orizzontale 2019
Escursione congiunta con la Commissione Gite e il Gruppo Escursionistico Tam al Bivacco Soardi-Fassero nel vallone di Sea 2287 m – Val Grande di Lanzo.

Responsabili: Roberta Cu cchiaro (347 9408946) Franca Dalla Valle, Sandro Sirotto e Roberto Gagna (3356971974)

Iscrizioni in sede il giovedì 05 /0 9 /19 dalle ore 21 ,00 alle 22 ,30

locandina 20190908 SOARDI-FASSERO

La TAM sentieristica a Frabosa Sottana – 30 luglio 2019

  La TAM sentieristica a Frabosa Sottana – 30 luglio 2019

TAM, Tutela Ambiente Montano. Nomen omen, un nome un destino. Tutela quindi, non solo organizzazione di gite. Certo anche le gite sono tutela, gite finalizzate al divertimento ma anche alla riscoperta della montagna, al rispetto dell’ambiente, alla sua valorizzazione. Tutto ciò passa attraverso le strutture, in primo luogo i sentieri, cioè la loro agibilità, la loro esistenza. Per questo tutte le sezioni CAI hanno il loro gruppo sentieristico. Ma la gestione dei sentieri fa parte della gestione del territorio, quindi compete ai comuni, l’intervento CAI deve passare dalla collaborazione coi comuni, e così avviene. Torino è sì vicina alle montagne, ma il relativo territorio è sotto la giurisdizione di altri comuni, e quindi tutto si complica un po’, è necessario il contatto diretto, farsi conoscere, offrire e richiedere collaborazione, dare garanzie di serietà. Stavolta il contatto è stato Beppe Borione, obbiettivo l’agibilità di un tratto di sentiero che passa su una scarpata, 15 metri circa di dislivello, da fare attualmente attaccati alle corde predisposte dal Comune, senza di esse impossibile stare in piedi. Beppe sollecita gli amici della TAM, parte la prima spedizione, ma non basta un giorno di lavoro, questa è la seconda spedizione. Il lavoro è già avviato, sono stati realizzati una ventina di scalini, siamo in quattro, nel secondo giorno ne faremo un’altra trentina. La tecnica è ormai collaudata in anni di lavoro in Collina, qui da noi. Uno scalino su un sentiero di montagna sarebbe giusto farlo in pietra, come pure fare selciato il terreno, ma lavorare con la pietra richiede risorse ben maggiori delle forze di quattro ardimentosi. Quindi gli scalini vengono realizzati con il più agevole legno che si trova sul posto: si sceglie una pianta secca da tempo, stavolta è il rognosetto castagno, si taglia il tronco a pezzi di lunghezza adeguata, li si spacca a metà, ogni metà è uno scalino, lo si inserisce in una breve sede scavata col piccone, si mette bene in piano, si fissa con due paletti di legno conficcati nel terreno a sostegno, paletti realizzati anch’essi con materiale del posto, per ultimo si riporta un po’ di terra e sassi a mettere in piano la pedata. Facile a dirsi, ma sono operazioni di per sè faticose, da fare su un terreno impervio, una scarpata, dove se è difficile tenersi in piedi normalmente lo è ben di più trasportando pesi, mazza e cunei di ferro per spaccare i tronchi, i pezzi di tronco, la motosega, assediati da runze e zanzare. Per di più è il 30 luglio, alla quota bassa dove ci troviamo il caldo è opprimente, per fortuna il bosco ripara il sole.

Il posto è poco sopra Frabosa Sottana, si attraversa il torrente su una sterrata, presto compaiono le arcate dell’acquedotto, raggiunto quel livello si percorre il traverso in piano che fa il tubo dell’acqua interrato nella scarpata che dicevo prima, quando il tubo si infila nella montagna un cartello manda nel tratto attrezzato con le corde, è quello il luogo del nostro lavoro.

Frabosa è lontana, ci va il suo tempo ad arrivarci, trasportare sul posto il materiale necessario a montare l’officina. Per ottimizzare i tempi decidiamo di non fare la pausa pranzo, orario continuato e acqua a volontà. Il lavoro, per gente come noi non abituata a simili fatiche, è pesantissimo; oltretutto siamo, come si dice oggi, un po’ tutti diversamente giovani: piantare un picchetto nel terreno sassoso con la famosa mazza richiede grande energia. Nel pomeriggio siamo disfatti, ma c’è sempre un qualche scalino ancora da finire, il lavoro va interrotto ma tutto va lasciato in ordine. Nella stanchezza qualcuno si lascia scappare che per quei lavori vedrebbe meglio altra gente, il pensiero di tutti va ai tanti giovani mendicanti disseminati per la città, ma qualcun altro fa notare che siamo noi le persone giuste, cose così non si possono fare per soldi, ma solo per sport. Il primo non replica, si capisce che non è molto convinto, ma sono certo che sarà della compagnia a settembre quando ci ripromettiamo di continuare e finire il lavoro.

Deciso finalmente di interrompere raccogliamo il materiale e scendiamo alla nostra auto, una risciacquata veloce per assumere un aspetto con qualche decenza, solo alle 17 siamo all’Albergo Italia, dove i sublimi spaghetti della signora titolare saranno finalmente divorati. Sono della compagnia, oltre me e Borione, Beppe Gavazza, anima e cervello della spedizione, oltreché braccia, e Giorgio Gnocchi, inesauribile.

Michele D’Amico

Domenica 14 luglio 2019 – RIFUGIO ZAMBONI ZAPPA E LAGO DELLE LOCCE (MACUGNAGA – VALLE ANZASCA – VB – ALPI PENNINE)

Il Gruppo Escursionismo TAM (CAI UGET e CAI SEZ. TORINO) in collaborazione con la Sottosezione GEB organizza per:

Domenica 14 luglio 2019

RIFUGIO ZAMBONI ZAPPA E LAGO DELLE LOCCE (MACUGNAGA – VALLE ANZASCA – VB – ALPI PENNINE)

Sulla morena che fu l’esteso ghiacciaio del Belvedere

Partenza e arrivo: Macugnaga, località Pecetto, 1369 m – In seggiovia (2 tronconi) arrivo al Belvedere, 1905 m – Quota massima 2223 m – Dislivello: circa 400 m comprese perdite di quota – Tempo salita circa ore 2,30 – Durata complessiva: circa ore 4,30 (soste escluse) – Difficoltà E

Dall’arrivo della seggiovia, si prende il sentiero a sinistra nel bosco.  Si scende nella  conca morenica (paline), che fu uno dei fronti del ghiacciaio del Belvedere. Si risale sul versante opposto e si percorre il sentierino che costeggia il culmine della morena. Lo spettacolo sulla parete est del Monte Rosa è di fronte a noi. Alle spalle, il Monte Moro, e la cresta che racchiude Macugnaga. Il rifugio, 2065 m, è visibile dal basso e si raggiunge con un lungo traverso. Si superano pascoli cosparsi di enormi massi, e con una ripida salita finale ci si abbassa poi sul Lago delle Locce,2223 m. Nei pressi, negli anni ’90 del secolo scorso, si formò il Lago Effimero, che tanta apprensione causò agli abitanti del luogo: ora è sparito.

Ritrovo: ore 6,30 Corso Stati Uniti 23 – partenza ore 6,45. In considerazione della distanza potrebbe essere necessaria la sosta di nove ore consecutive per l’autobus.

Dettagli: Locandina TAM Rifugio Zamboni Zappa e Lago delle Locce 14 luglio 2019