SENTIERI RISCOPERTI IN BASSA VAL D’ALA

Dato l’apprezzamento manifestato per l’itinerario percorso nella gita TAM dello scorso 18 ottobre (Partenza e arrivo fraz. Bracchiello di Ceres 875 m; punto più in quota 1200 m circa; segnavia 261, 260. Difficoltà E. Dislivelli in salita e in discesa 325 m. Tempo complessivo ore 4: in salita 2,45 ore, in discesa 1,15 ore) , un anello a monte della frazione Bracchiello di Ceres, sulla sinistra orografica della bassa Val d’Ala, mi è stato proposto di illustrare più ampiamente sul notiziario le possibilità escursionistiche della zona, in generale poco conosciute, se si eccettua la nota salita al santuario di Santa Cristina 1340 m, con partenza da Ceres (sentiero 242).

Monte di Voragno

Come in altre parti delle Valli di Lanzo, la meritoria e infaticabile opera del CAI di Lanzo Torinese ( vedi in questo caso: https://www.cailanzo.it/index.php/cartografia/percorsi-a-catasto/item/258 Monti di Voragno (bivio 242A)-Bracchiello (bivio 241), talvolta in collaborazione con gli operai forestali, ha portato qui al recupero di diversi altri percorsi che si snodano su questo assolato versante, peraltro a tratti piuttosto arido e sovente assai dirupato e quindi, almeno in apparenza, poco adatto all’insediamento e alle attività umane. I sentieri riaperti consentono invece di scoprire i diversi aspetti dell’intensa antropizzazione che aveva toccato anche queste zone così inospitali a una prima occhiata, sviluppandosi per secoli, almeno dal medioevo, attraverso l’attività mineraria e quella agro-silvo-pastorale.

Crosiasse con la mulattiera in basso e il canale in alto

Partendo da est, l’aereo santuario di Santa Cristina, di origine quattrocentesca, offre un significativo assaggio dell’asprezza di questa zona: può essere raggiunto, oltre che da Cantoira sul versante della Val Grande e da Ceres lungo il citato sentiero 242, anche dal sentiero variante 242A, che si stacca da quest’ultimo passando per il Monte di Voragno 973 m, insediamento di media quota tipico della parte centrale delle Valli di Lanzo (territori di Ceres, Mezzenile e Pessinetto), dove la popolazione del corrispondente villaggio di fondovalle si trasferiva dalla primavera all’autunno inoltrato; oggi quasi tutte le numerose case sono state restaurate e qualcuno vi abita tutto l’anno. Al Monte di Voragno si arriva anche dalla frazione Bracchiello di Ceres 880 m, uno dei paesi delle Valli di Lanzo che meglio ha conservato la sua antica fisionomia, con interessanti case risalenti fino al XVI secolo: si sale lungo il mirabile sentiero 261, che supera le asperità dello scosceso versante, peraltro coraggiosamente terrazzato ovunque possibile, mediante un ardito percorso a saliscendi, con l’emozionante sorpresa di una spettacolare, ripida scalinata con oltre 50 gradini, alcuni scavati nella viva roccia, realizzata per superare una crestina quasi verticale. Non si sa quando e da chi sia stata realizzata: addirittura questo tratto di mulattiera non è riportato nemmeno sulle solitamente accuratissime carte militari IGM scala 1:25.000, ma resta a testimoniare l’abilità costruttiva degli antichi abitanti della zona, esperti minatori e muratori, ed è stato riscoperto solo da poco dal CAI di Lanzo, dopo decenni di abbandono.

Scalinata verso il cielo sentiero 241

Dal Monte di Voragno si può poi salire a Santa Cristina lungo il sentiero 242A, oppure tornare a Bracchiello con percorso ad anello per il sentiero 260, che passa più in quota tra altri “monti” (Belmonte, Monterosso), transitando per le case di Belfé 1146 m.: l’itinerario sui sentieri 261 e 260 è appunto quello delle gita dello scorso 18 ottobre.

Più a ovest il selvaggio e intatto vallone di Crosiasse, con la forra iniziale percorsa da un’ardita mulattiera e da un ancor più ardito canale d’irrigazione attivo fino agli anni ’50 del secolo scorso, è risalito integralmente dal sentiero 241, con partenza da Bracchiello e un paio di attraversamenti dell’impetuoso rio Crosiasse; ci siamo stati in gita sociale il 18 ottobre 2015. Nella più ampia e dolce parte alta del vallone si può optare per il colle di Crosiasse 1808 m, con possibile discesa a Chialamberto in Val Grande per il sentiero 303, oppure per il colle d’Attia 2101 m, calando eventualmente ad Ala di Stura lungo il sentiero 238.

Partendo dall’ultima frazione di Ceres in Val d’Ala, Chiampernotto 841 m, il sentiero 240 sale alle baite di Monaviel 1280 m e prosegue lungamente alla base delle scoscese pareti del monte Plu, con le note palestre di roccia dello Sperone Grigio, Cresta Botto e Piramide, valicando il colletto dell’alpe Tourn 1620 m circa per poi scendere ad Ala di Stura; anche questo itinerario è stato oggetto di una gita TAM il 16 maggio 2004.

Termino accennando ad un fantastico percorso, meritevole a mio parere, una volta segnalato, di inserirsi tra i classici dell’escursionismo: con partenza da Monaviel collega i sentieri 240 e 241, consentendo un itinerario ad anello nell’aspro vallone di Crosiasse. Al momento ancora da sistemare e segnalare esso, passate le baite di Vieia 1310 m, si porta a superare la via di roccia della Cresta della Scuola, così battezzata in quanto molto utilizzata in passato a scopo didattico dalla scuola di alpinismo G. Gervasutti. Il passaggio, esposto e quanto mai suggestivo, avviene tramite un’impressionante e aerea scalinata sulla roccia, in passato assicurata con un mancorrente di legno (di cui si vedono ancora i basamenti) che ne giustifica il nome di “Vi d’la lobia” (via del balcone), attribuito dai montanari locali. Si entra così nel vallone di Crosiasse, percorrendone a saliscendi il dirupato versante destro orografico, ancora con tratti accidentati ma meno impegnativi, fino a raggiungere, in zona finalmente più dolce e pascoliva, l’alpe Pian Peccio di sotto 1403 m. Ci si porta poi a guadare, attualmente non senza difficoltà, il vicino rio Crosiasse, passato il quale si ritrova quasi immediatamente il sentiero 241, che scende a Bracchiello. Qui, dalle case più a monte del paese, si può arrivare a Chiampernotto andando a riprendere il sentiero di salita 240 mediante il sentiero 243, che al momento presenta un tratto critico per la mancanza della passerella nel superamento del rio Crosiasse, impegnativo se la portata d’acqua non è assai limitata. Quando il CAI di Lanzo, speriamo a breve, sistemerà anche questo percorso, si otterrà un itinerario ad anello, di difficoltà EE, davvero completo e ricco di motivi di interesse, ideale nelle mezze stagioni anche per gli escursionisti più esigenti.

Vi d’la lobia

Ma perché costruire faticosamente qualcosa di così particolare come la Vi d’la lobia? Probabilmente perché consentiva ai pastori di Monaviel e Vieia di raggiungere rapidamente gli alpeggi superiori del vallone di Crosiasse senza dover scendere alcune centinaia di metri di dislivello e poi risalire. A meno che sia stata realizzata per esplorare e sfruttare le risorse minerarie del vallone: il nome Crosiasse deriva infatti dai “crosi”, denominazione che nel medioevo si dava alle miniere. Ecco perché percorrere questi antichi, meravigliosi sentieri significa anche scoprire concretamente la storia delle nostre montagne.

Mappa del sentiero: 260 Monti di Voragno (bivio 242A)-Bracchiello (bivio 241)

Ezio Sesia