Quasi 90 partecipanti del Cai Tam-Torino, accolti a dal Cai di Bordighera e Ventimiglia

Quasi 90 partecipanti del Cai Tam-Torino, accolti a dal Cai di Bordighera e Ventimiglia

a cura di Lodovico Marchisio

Domenica 24 febbraio 2019 quasi 90 erano i partecipanti della TAM (Tutela Ambiente Montano) del CAI sezione di Torino e CAI Uget Torino con molti soci CAI e simpatizzanti provenienti da altre sezioni (diversi Valsusini) e con la partecipazione anche del CAI Unicredit rappresentato da Paolo Rosso e Anna Maria Polizzi. Capi gita per il CAI GEB (Gruppo Escursionisti Bancari) Giampiero Salomone e Silvia Cafasso con tutto un lavoro certosino in sede condotto come sempre in modo impeccabile da Maria Tamietti. Ma il merito principale della riuscita di questa gita va al CAI di Bordighera e CAI Ventimiglia che si sono prodigati oltre ogni dire; ed è proprio in questi frangenti che emerge lo spirito del CAI e la collaborazione fra più sezioni. Eccoli i veri protagonisti di questa riuscitissima gita, a cui va il nostro grazie più sincero: per la sezione del CAI di Bordighera: Covi Luigi, Guglielmi  Claudio, Guglielmi Paolo, Guglielmi Liviana, Torres Manuela, Maccario Flavio (che ci ha dovuto abbandonare con rincrescimento per motivi personali) e i due vice presidenti Palmero Marco ed Anghinoni Ettore. Della sezione di Ventimiglia erano presenti: il presidente Lorenzi Bruno, Guglielmi Augusto, Muratore Franco con Tiziana e Silvia. Per inciso va anche ricordato che han messo a disposizione le loro auto, frazionato il foltissimo gruppo per condurre tutti alla meta, compreso il sottoscritto, che seppur capo gita, costretto da un busto per problemi alle vertebre dorsali, mi è stato permesso grazie all’auto “spola” di Ettore di effettuare il percorso a piedi a piccoli tratti, non perdendo mai di vista il gruppo a cui ci riunivamo nei punti “cardine” del percorso. Ecco l’interessante itinerario che percorre il primo tratto dell’Alta Via dei Monti Liguri portato a termine per intero da più della metà dei partecipanti. Dalla stazione di Ventimiglia si raggiunge l’arteria principale della città: la via Cavour, al semaforo di via San Secondo si gira a sinistra si supera il cavalcavia ferroviario, un pannello annuncia l’inizio dell’Alta Via. Il primo tratto, asfaltato, offre una bella panoramica sulla Ventimiglia vecchia (la cosiddetta città alta) con l’occhio che spazia fino alla Costa Azzurra. Poi il sentiero: immerso nella macchia mediterranea, ma anche costellato da agavi, fichi d’india e bellissime fioriture. Fino a Colle Sgarba (230m / 45′), dove si avvistano tracce di strutture murarie romane sovrapposte ai resti di un primitivo castellaro. Ancora un tratto asfaltato, ed ecco la medievale cappella votiva di San Giacomo (269m). Un sentiero aggira quindi a ponente il Monte delle Fontane (475 m). È un tratto intenso, ma non si arriva certo col fiatone. Si procede lungo lo spartiacque fra le valli Roya e Nervia: da uno slargo si può gettare un’occhiata sulla sottostante Camporosso, poi il sentiero procede affacciato sulla val Roya e affiancato dalla macchia mediterranea. L’occhio esperto potrà individuare in questa zona la Ballota frutescens, una rarissima e antica specie floricola presente solo in questa zona. Nei pressi del piccolo abitato di Ciaixe (355m) si trova il santuario della Madonna della Neve, originario del ‘400. Il successivo tratto di sentiero conduce al Monte Baraccone (515m) e offre, poco oltre, il momento forse più spettacolare di tutta l’escursione. I candidi e suggestivi calanchi delle Terre Bianche: un paesaggio di guglie quasi fiabesche modellate dall’erosione. Più in basso è possibile osservare, sempre sul versante della val Roya, l’antico nucleo di Brunetti. Da qui prima su strada asfaltata poi su comodo sentiero si arriva a Dolceacqua (dislivello totale circa 500 m in salita e 350 m in discesa). Tempo complessivo impiegato circa 6 ore (media tra i primi e gli ultimi che hanno concluso il percorso in toto) con le soste che erano state previste. L’unico rammarico (di certo non per colpa di nessuno) è stato che il tempo per rimanere nell’orario previsto per il rientro, senza il “fermo pullman” non ci ha permesso di assistere alla proiezione di un filmato tridimensionale sulla locale Valle Nervia, al “Visionarium”. Motivo in più per tornarci il prossimo anno con un itinerario diverso, visto il profondo legame che si è instaurato tra le nostre sezioni di appartenenza, come in questo caso, quando il CAI e l’unione tra più sezioni fanno la differenza!

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