Archivi categoria: Proposte

Proposte vicine a Noi

L’APP PER IL SOCCORSO IN MONTAGNA

GeoResQ è l’app gratuita che durante le attività outdoor ti permette di inviare un allarme direttamente al Corpo Nazionale Soccorso Alpino e Speleologico, comunicando posizione e percorso.

GeoResQ è un servizio gestito dal Corpo Nazionale Soccorso Alpino e Speleologico, promosso dal Club Alpino Italiano con il supporto del Ministero del Turismo.

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Cambiamento climatico

Il Gruppo Escursionismo TAM del CAI UGET TORINO e del CAI TORINO e la Commissione Gite Escursionismo del CAI UGET TORINO presentano: Mercoledì 8 novembre 2023 alle ore 21 c/o salone UGET a Torino

“Cambiamento climatico e strategie di adattamento della fauna e della flora nel Parco del Gran Paradiso” Relatore della serata la guardaparco Raffaella Miravalle

40 Anni di Piemonte Parchi

Per festeggiare i 40 anni della rivista, abbiamo coinvolto le nostre Lettrici e i nostri Lettori in un questionario, per raccogliere impressioni, giudizi e desiderata. Ne è uscito un ritratto sorprendente: quello di un pubblico preparato, attento e sempre affezionato alla divulgazione naturalistica. Da qui, l’idea di dedicare a tutti loro – vero patrimonio di questo giornale – un numero ‘speciale’, da collezionare: nel formato ‘grande’ del vecchio mensile che raccoglie il ‘meglio’ – uno dei tanti possibili – degli articoli pubblicati e… di carta (!)  

Sfoglia/ Scarica il numero speciale in formato pdf:

Ayas e Cime Bianche Nuovi impianti di risalita e Opzione Zero

COMMISSIONE TAM LPV E AG CON CAI VALLE D’AOSTA E SEZIONE DI VERRES, NELL’AMBITO DELL’INIZIATIVA CAI PER IL FUTURO.

Ayas e Cime Bianche Nuovi impianti di risalita e Opzione Zero. Alla scoperta delle caratteristiche che rendono unico e speciale il Vallone. Nell’ambito dell’iniziativa “CAI per il Futuro”.

il CAI a livello centrale e la nostra Commissione TAM LPV a livello regionale seguono e sostengono il Comitato “Ripartire dalle Cime Bianche” che tanto si è impegnato nella tutela di questo territorio.

La vicenda Cime Bianche pone tre grandi questioni all’intera comunità valdostana e non solo:
1) quale patrimonio naturale, alla base della presenza umana sul pianeta, si pensa di trasmettere alla future generazioni;
2) quale strategia turistica complessiva si immagina di perseguire in un’epoca di rapidi e profondi cambiamenti climatici, economici e culturali a livello globale;
3) quale l’equità territoriale degli investimenti pubblici.

Testo e Foto di Daria e Beppe, ORTAM CAI Uget Torino

Sabato 16 settembre: incontro pubblico a Champoluc
Cinema Sant’Anna (accanto alla chiesa):
Linea funiviaria Cime Bianche, la nostra opzione zero

16 settembre 2023. A Champoluc incontro pubblico sul tema: LINEA FUNIVIARIA CIME BIANCHE, LA NOSTRA OPZIONE ZERO. Conferenza interessante, incentrata sull’argomento principale del Vallone di Cime Bianche e similari, riguardanti le tematiche relative al territorio, alla cultura e alle tradizioni storiche, alla protezione della biodiversità (vedi gipeto) e alla fruizione lenta dell’ambiente. Interessanti le vecchie fotografie dell’Alpe Mase, commentate da chi vi ha trascorso il periodo di frequentazione delle mandrie fin da piccolo. Molte le proposte alternative all’impianto: dalla istituzione di un nuovo Parco Naturale del Monte Rosa, al museo della lavorazione della pietra ollare, alla rivisitazione del classico Tour del Monte Rosa, al riammodernamento degli impianti di Cervinia e Valli limitrofe, alla protezione delle attività agricole e pastorali, che mantengono il territorio fruibile… Da ricordare che il Vallone è tutelato dalla ZPS “Ambienti Glaciali del Gruppo Monte Rosa”, derivata dalla rete europea Natura 2000.

Domenica 17 settembre: escursione riservata a soci CAI
Alla scoperta delle unicità del Vallone delle Cime Bianche

17 settembre 2023. Escursione alla scoperta delle unicità del Vallone di Cime Bianche. Ci siamo ritrovati in molti alle 7,00 nella piazza di Saint Jacques, 1.689 m. Marcello Dondeynaz (Citam LPV, referente del comitato Ripartire da Cime Bianche), dopo averci fatto notare i residui della lavorazione della pietra ollare antistanti l’ingresso della chiesa di San Giacomo, da l’avvio all’escursione. Ha piovuto nella notte, ieri il meteo non è stato clemente, ma per oggi ci sono speranze. Saliamo nel bosco per raggiungere l’alpe Gavine, dove potrebbe sorgere un pilone della nuova funivia, l’alpe Courtod, i resti del forno della calce e di una carbonaia, l’alpe Ghemme, l’alpe Ventina. Le nebbie ci sovrastano, il bosco stilla di rugiada e profuma di resina, non fa freddo. Si raggiunge il pianoro dell’Alpe Vardaz, di cui rimangono solo le tracce, affacciate alla grande torbiera. Alpe Vardaz: luogo di stoccaggio delle merci che transitavano verso la Svizzera, di presumibile controllo sanitario? Superando dossi e distese erbose e attraversando ruscelli raggiungiamo il vasto pianoro dell’Alpe Mase, 2.407 m, ormai abbandonata per le condizioni rovinose dell’edificio e il crollo delle stalle. Un pensiero comune: sarebbe la posizione ottimale per un posto tappa destinato a chi percorre il Tour del Monte Rosa. Ricordando le fotografie che abbiamo visto ieri, il contrasto tra la vita di allora e la fatiscenza di oggi è ben triste. Alcuni fanno tappa qui, il meteo è migliorato; saranno raggiunti da un altro gruppo con i ragazzi. Noi proseguiamo sul ripido sentiero che immette al pianoro superiore e ai successivi, con saliscendi che permettono di riprendere fiato. Il panorama si allarga, le frange nebbiose in dissolvimento svelano i monti che ci circondano, un po’ di azzurro ci permette di fotografare con una luce migliore. Le tre Cime Bianche, Pointe Sud, Bec Carrè e Gran Sometta, si avvicinano lentamente. Le ammiriamo durante il dolce traverso che ci porta al primo lago, dove qualcuno si ferma. In lontananza scorgiamo due piccoli camosci. Ancora uno strappo, stemprato da ciò che ci circonda, il Gran Lago alla nostra destra, il Lago Ventina, la Punta e la Gobba di Rollin. A sinistra le Cime Bianche e a sud la Roisetta, il Gran Tournalin. Alle nostre spalle le nebbie ammantano le vette che possiamo solo immaginare. Siamo al colle: un ometto e le colorate preghiere tibetane. Il Cervino, di cui si intravedeva la base, deturpata dai cavi degli impianti, si è nascosto. Le piste da sci sono davanti a noi. Gli impianti di risalita di Cervinia e di Valtournanche che si preparano alla prossima stagione invernale, sperando nella neve, fanno da contrasto stridente con il solitario e incontaminato vallone che abbiamo risalito. Vallone che per le caratteristiche morfologiche non è adatto allo sci, per cui l’impianto ipotetico sarebbe solamente di transito per gli sciatori. Siamo a circa 2.980 m, abbiamo percorso un dislivello notevole, ma ne è valsa la pena. Ci raggiunge un gruppo, partito all’alba da lontano. Foto di gruppo e si ridiscende. Ritrovo a Fiery e al ristoro del bar, e poi a Saint Jacques per gli ultimi saluti.

È stata una giornata di condivisone di esperienze su argomenti controversi, a seconda dei punti di vista. Ci auguriamo che possa vincere il buon senso per una prospettiva di sviluppo sostenibile in questo vallone incontaminato, e non l’interesse, come purtroppo sembra essere la regola…Interessante. che oltre alla protesta e al contrasto ad un’opera dibattuta, si sia parlato anche di alternative concrete.

Locandina dell’evento: